Gnamm - Split Beelzebeat / Cibo


CIBO BEELZEBEAT SPLIT COVER


Io c'ero! Questa volta posso dirlo, ero lì quando l'idea di questo disco veniva a formarsi, in quell'ignoranza party 4.5 dello scorso anno. Se i "Cibo" sono sulla scena ormai da anni e non hanno bisogno di presentazioni, tra collaborazioni con etichette come la INRI e 16 anni di carriera alle spalle, per i "Beelzebeat" un minimo di introduzione è d'obbligo. Prendete i "Demented Are Go", dategli da bere tutto quello che avete in casa (detersivo compreso), portateli a Padova e lasciateli correre in macchina finchè non collassano.
Rockablilly portato all'estremo, grind tendente al gore e tanto divertimento, sono pochi e semplici gli elementi di questo gruppo, testimoni dal 2017 di una genuina voglia di far musica senza prendersi sul serio ma mettendoci comunque la testa.


CIBO BAND FORMAZIONE 2020
Se avete già letto la mia recensione del loro precedente album su  www.tadcarecords.org e vi siete innamorati di tale modo di fare, con questo piccolo e parziale ritorno alle origini potreste trovarvi un tantino confusi o contrariati. Ricordandosi  dei tempi di "Appetibile" e "Ignorante", i nostri fanno un passo indietro rispetto a "Capolavoro",  cambiano formazione ed accelerano per recuperare le posizioni perse. La formula torna ad essere il loro grind scanzonato dei primi tempi, le chitarre dal tono leggero perdono un po' di distorsione, interrompendo con il loro overdrive le sferzate del resto del gruppo. Le radici dei testi restano sempre le stesse, goliardici e pungenti, ora si focalizzano su alcune realtà sociali pseudo elitaristiche nate con un intenti nobili poi sfociati in estremismi idioti e ciechi .
"Transustanziazione" apre il lato C (avete capito bene, non abbiamo il lato A ma solo il B di "Beelzebeat" ed il C di "Cibo"... avete capito il giochino? sono proprio dei burloni), punzecchiando tutti quei credenti che, con la convinzione di trovarsi dalla parte giusta della staccionata, si elevano sugli altri convinti di agire in funzione di un bene superiore. Nel concludersi con "Sul Mio Tagliere" i loro occhi cadono su tutti i vegan dell'ultim'ora facendo finire la canzone in quel calderone dove già troviamo altri esempi, anche nella stessa scena torinese.
Questo ritorno al passato è riuscito allora? Si e no. Se da un lato lo stile è quello giusto, i ritmi spingono quanto serve, la cattiveria arriva e gli intermezzi presi ora dai discorsi di Ratzinger ,ora da qualche gioco a premi di Mike Buongiorno (anche se il dietro le quinte con Antonella Elia sarebbe stato ancora meglio) colgono il segno, quanto viene detto non fa gridare al miracolo. 
Un'ottima forma per un contenuto flebile quindi., ma  in fondo non ci si può aspettare dialoghi platonici, inutilizzabili se sommersi da urla e growl. 
Le loro composizioni comunque stanno  cambiando, posizionandosi come il risultato tra il peridodo "Capolavoro" ed "Ignorante", sfociando in un caos studiato, nel quale ogni passaggio non è lasciato al caso anche se con qualche lungaggine qua è la non degna di nota. Da notare in questo frangente come la prima traccia sia di 4 minuti e rotti, quasi un'epopea considerando il genere.


BEELZEBEAT BANDI "Beelzebeat," sull'altro lato, sono di tutt'altra natura. Il loro Grindabilly non vuole punzecchiare o far riflettere, non si cercano evoluzioni forzate e balzi stilistici, l'unico obiettivo è divertire nel modo più genuino possibile.
Il contrabbasso trascina riff rock' n' roll di chitarra che, tra grida di feedback e volteggi da sala da ballo, aleggiano su un lavoro di batteria notevole, coinvolta sia nelle parti groove sia dove il blast beat vuole spingere i cori nei ritornelli.
È in questo frangente che troviamo un gruppo intento a sfruttare il poco spazio a disposizione sul 7" per crearsi un antheam, senza rischiare di perderlo all'interno di un album, proclamando in questo modo "Born To Loose, Live To Grind" il motto di questo piccolo capitolo dscografico.  

Come in quel 18 maggio il lavoro svolto da questi ragazzi mi sorprende per naturalezza e leggerezza, per come tutto risulti casereccio come cucina del nonna... o del vino del nonno in questo caso... Ed è alcool, aah che bello l'alcool, l'ingrediente principale di tutto il loro sound, ne è intriso  fino al midollo. Dai titoli, alle canzoni fino al biascicare della voce, tutto sa di Veneto, di pasta e fasoi e di Gretsch. Difficile pensare ad una serata con loro che non finisca ad intonare tutti insieme (o almeno con chi è riuscito ad arrivare fino alla fine) "We are just a bunch of loosers!We are just a bunch of loosers!"

A livello produttivo abbiamo ancora un po' di disparità. Sebbene entrambi i gruppi godano tutto sommato di una buona registrazione, i "Cibo" spiccano per pulizia, riuscendo a restituire un ambiente molto comodo e coinvolgente, senza i tipici problemi di produzioni con molti elementi in scena. La parte dei "Beelzebeat", d'altro canto,  pare avere un po' di problemi con la gestione del contrabasso che, forse per una questione di timbro, fa fatica ad inserirsi nel mix, costringendo ad intervenire su toni e volumi con il risultato di trovarsi in certi momenti un' esasperazione di basse frequenze, madri di un effetto nasale piuttosto ingombrante e a volte leggermente fastidioso
.
Conclusioni? Una grande pacca sulla spalla ai "Beelzebeat" che, capito il loro punto di forza, non vogliono strafare e cercano di affinare la tecnica, perfezionando la formula e mettendo in chiaro gli ingredienti fin da subito.
Sufficienza larga per i "Cibo" che questa volta non prendono il centro per poco, forse colpa della nuova, in parte vecchia, formazione non ancora perfettamente amalgamata o, forse, per la loro voglia di non ripetersi che si manifesta in un'inconsistenza di risultati tra le un'uscita.

P.S. Tecnicamente per i "Cibo" ci sarebbe da parlare anche di "Ciao" ma non lo considero parte del disco perchè non presente sul 7".

Voleste acquistare il disco ecco un po' di link utili:
 Cibo Bandcamp -> shorturl.at/eiAJR
Beelzebeat Bandcamp -> shorturl.at/ajlO3

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