Perle ai Porci : Shahriar Shafei - E.T. Armies Soundtrack


A volte la qualità si nasconde, assopita, dietro ad un' opera minore, persa nel calderone dei prodotti di consumo.
E.T. Armies Soundtrack Cover Graffi Musicali
E.T. Armies - concept art
Lasciata a se stessa, a far da cuscino per uno sparatutto indipendente del 2013, è la colonna sonora di E.T. Armies a cura di tale compositore iraniano Shahriar Shafei.
Inutile che lo cerchiate su Google perchè pare non esistere, Discogs non aiuta e di certo Spotify non lo trova così interessante da meritarsi la sua attenzione. Siamo di fronte ad un lavoro fantasma del quale ne cogli i frutti senza capire da dove e soprattutto da chi arrivino. Avendo avuto la fortuna di trovare questo videogioco ad un euro nei cestoni del Gamestop (pace all'anima sua) ho potuto scaricare da Steam come contenuto bonus la versione MP3 delle 17 tracce che compongono la colonna sonora, compresa di ogni informazione su titoli ed autore.... senza però uno straccio di riferimento o contatto, nota di copyright o qualsiasi altra cosa che mi desse una stima di chi ci fosse dietro, del suo background, nulla di nulla.
Si presenta però come un lavoro buono, compatto, che non patisce la perdita di contesto e anzi, si fa ascoltare quasi meglio come composizione a se stante. Tessuti ambient lasciano spiccare degli arrangiamenti orchestrali che cedono volentieri il passo a strumenti elettrici quando questi trovano il loro spazio. Una sezione di timpani a spezzare le fila dei rondò di violino lascia spesso spazio al ritmo di una batteria il cui solo rullante è protagonista e collante per la maggior parte dei pezzi. A corredo uno strato di sintetizzatori che amalgamando il tutto attraversano una mescolanza di tastiere, bassi e white noise .
Tutti elementi, questi, incollati da un massiccio editing digitale che, appiattendo ogni parvenza di organicità negli strumenti acustici, omologa tutto alla natura synth ambient  dell'intera produzione creando un'unione ideologica tra la virtualità dello sparatutto a tema fantascientifico e la quasi impalpabilità della produzione. Questo è forse ciò che preferisco infatti del disco, lasciando un secondo indietro il discorso composizione ed arrangiamenti i quali, stando ben al di sopra dei livelli di guardia, creano il giusto mix tra inespressività e trasporto, fra un oboe fuso a violoncello e un sintetizzatore mazzuolato dal drumpad.
La produzione è povera, minimale, pare quasi assente ogni lavoro di mastering, tutto spigoloso, curato solo dove necessario... e va bene così. Finto, digitale, sintetico, irrealistico e immateriale com'è giusto che sia, tutto volge al virtualità degli ambienti fantascientifici del videogioco. Certo, forse troppo orchestrale ogni tanto la colonna sonora stona all'interno del gioco, ma una volta separata e vista nel suo insieme dà il meglio.

Voglio spostare ora un po' il fulcro del discorso verso una questione che trovo particolarmente importante.
Sto parlando ormai da un po' di queste 17 tracce strumentali ma è un discorso che trova il tempo che trova; fino a quando resterà un'impresa poterne reperire una copia (digitale, tra l'altro). Non siamo dinnanzi allo stesso discorso che si può fare per altri dischi rari, ricercati dai diggers e che godono della nomea di "cult introvabile". Non esiste una versione fisica che potrà finire in qualche soffitta o cantina, resterà lontana da qualsiasi bancarella dell'usato e negozio di dischi. Non esiste se non come copia digitale su un server. Ma se, per caso o per sfortuna,  accadesse mai qualcosa e venisse cancellato il gioco da Steam? Tutto sparito, perso nel limbo insieme a miliardi di altri bit senza più significato. Una perdita che difficilmente verrebbe colmata, un po' per disinteresse del mercato che degli autori stessi, orfani disinnamorati di adeguati compensi e riconoscimenti.
Esistono importanti biblioteche, cineteche sfarzose dove le pellicole vengono salvate dalle incurie degli anni, perchè non si possono fondare allora delle discoteche? No, non quelle in cui vai a pipparti anche il cartongesso nei cessi, bensì dei luoghi in cui mantenere e catalogare tutte le opere prodotte anche quando non adeguatamente distribuite. Un grande database, reale e tangibile, volto alla sola conservazione e di conseguenza alla sopravvivenza di materiale sensibile e in molti casi anche fragile. 
Ora come ora questo compito è lasciato in mano a privati, collezionisti o etichette discografiche che siano non fa differenza perchè le meccaniche in fin dei conti sono sempre egoisticamente le stesse.  La casa discografica non si assumerà mai il costo e la responsabilità di occuparsi dei master altrui senza averne magari comprati i diritti, mentre i collezionisti sono soliti essere troppo attaccati ai propri oggetti e difficilmente lasciano in mano altrui pezzi che hanno richiesto anni di ricerche e un dispendio economico troppo spesso inquantificabile.
A questo servirebbe infatti un'istituzione super partes: in prima battuta avrebbe un ampio raggio d'azione e non sarebbe un archivio strettamente settorializzato,  la possibilità di accedervi e far ricerche sarebbe possibile potenzialmente a chiunque ed infine la formazione di un organo dedito a tutto ciò avrebbe la possibilità di farsi sentire, di disporre, nella più utopiche delle realtà, di un supporto legislativo volto al proprio sviluppo e sostentamento.
Indipendenti di tutto il mondo unitevi! Non lasciate che le vostre ore di lavoro vadano perse, le vostre idee appassiscano e non influenzino nessuno.
Distacchiamoci per un attimo dal mondo virtuale di Discogs e Spotify per capire che la tangibilità ancora serve.
Questa volta forse gli hipster collezionisti di vinili hanno ragione.

La Cassetta Dello Zio Tom



Un messaggio, pochi secondi di spiegazione e si va, così nasce "La cassetta Americana". Pochi presupposti, una playlist di influenze gestita in comune, aggiornata ogni domenica e senza impegni di sorta. Per chiunque sia stanco dell' andamento claudicante dell' algoritmo di spotify o per chi semplicemente se ne frega della compattezza cromatica di Reinhardtiana memoria.

Trovate il link sia nell'articolo quassù che nella colonna a fianco, grazie per l'attenzione.


Strani Divieti da Ermal Meta - Vietato Morire & Umano


Mi scuso per la povertà di articoli in queste settimane ma il corona virus ha deciso di prendersela anche con la mia connessione. Oh, e per sbaglio ho cancellato tutto quello che avevo scritto nell'ultima settimana.... Porca troia.

Il mio approccio con la musica di Meta è sempre stato travagliato, dall'odio iniziale fino all'amore una volta assimilato passando per il semi disinteressata per il terzo lavoro.
Era inizio '17 ed avevo da poco finito le superiori, con il suo lascito di conoscenze e contatti. Uno di questi era una ragazza con la quale mi sentivo, giusto due parole in chat, nulla di eclatante. Fatto sta che è capitato di uscire ed essendo io il patentato la macchina era la mia. Ecco qui sorge un piccolo problema, perchè lei era leggermente distante da me come gusti musicali e, siamo onesti, non sono in molti a gradire venti minuti di macchina con i Cripple Bastards nelle orecchie. Arriva così il mio compleanno e con esso il consueto buono da Matrix. Tolti i consueti ed economici acquisti in ambito R&R, blues e jazz, mi restava in tasca qualcosa come 15 euro e, ricordandomi quanto questa ragazza mi tartassasse con  "Vietato Morire", comprai il doppio CD sia con "Vietato Morire" che con "Umano", il suo esordio solista. Vista la mia avversione verso il singolo che lo lanciò sul mercato, tenni il disco incellophanato così che lo aprisse questa ragazza la prossima volta che ci sarebbe stata occasione. Occasione che, visto come gira la fortuna non ci fù mai. Impilato come mio solito sulla mensola in camera i CD stettero lì qualche mese fino a quando i miei studi da liutaio (torneranno mai utili?) mi portarono a dovermi fare 100 km al giorno tra andata e ritorno fino a Barge. Mi serviva qualcosa di nuovo da ascoltare e da poter assimilare, possibilmente non nelle mie corde, così da poter togliere a forza qualche blocco ideologico su uno stile musicale fuori dalle mie corde. Ecco che arriva allora Ermal Meta. Il singolo di San Remo continua a farmi schifo, ma è tutto il resto ad intrigarmi. Un'allegra malinconia romantica pervade un lavoro dai tempi ottimi, dai lenti che si susseguono a ritmiche pop dance, alternando temi romantici a scoccate passivo aggressive, fino alla vuota leggerezza da radio. Non troviamo sperimentazioni o soluzioni iperboliche ma un'ottima produzione che sente di voler spingersi più in là, salvo poi fermarsi all'ultimo. Operazione chiaramente di utilità economica perchè, se da un lato la trasparenza monotonale radiofonica (nuovo esempio di ciò la nuova scoperta "Anna" con il suo "Bando", asintomatico emblema sublimato da anni di nichilismo musicale) vede di mal'occhio un certo approccio più ricercato, dall'altra lo sforzo viene ripagato dal pubblico della rete. 470.000  gli ascolti su Spotify, quasi 211 milioni di visualizzazioni su Youtube, senza parlare dei numeri di tutti gli altri servizi di streaming,  quest i numeri di cui si vanta il suo repertorio. Numeri che portano gente negli stadi e che consentono anche il riposo artistico, volendo. Peccato che questo riposo non ci sia stato e che in 4 anni siano usciti 4 album, con la successiva conseguenza di non avere troppa differenza  tra un album ed il suo seguito. "Vietato Morire" e "Umano" infatti possono apparire tranquillamente come la stessa opera, cosa anche plausibile dal momento che Meta è dai tempi indie di "La Fame Di Camilla" che bazzica con produttori importanti e mischiati nell'industria musicale, quella vera.
Tutti questi calcoli funzionano eccome e lascia anche spesso lo spazio a digressioni interessanti, intimo ma aggressivo lo sfogo verso il padre in "Lettera a Mio Padre", studiato e originale il paragone in "New York" con i suoi richiami a una certa melanconia francese. Forse le parti più deboli arrivano quando si spinge su ritmiche minimal tendenti troppo alla dance, dove la propensione al classico testo sull'amore non aiuta, basti vedere quanto è mediocre "Gravita Con Me" o quanto "Bob Marley", pur essendo di per se anche interessante per ritmo e orecchiabilità , non colpisca fino in fondo proprio per la ricerca dell'orecchiabilità stessa.

Cover di "Umano", l'album dell'esordio solistico.
Cover  di "Umano", l'album dell'esordio solistico. 
Lo suo stare in perenne bilico tra un buon senso musicale, bilanciato e leggero, e la voglia di emergere per forza in un ambiente mainstream intasato da prodotti concorrenziali, mi tiene però lontano da ogni  nuova uscita, timoroso di uno ammiccamento di troppo. Chissà, forse prima o poi tornerà un viaggio come il primo che mi riporterà ad un artista che si diverte a citare Vecchioni, a prendersi sul serio tra la leggerezza del cuore e che prova, a modo suo e con la sua singolare voce, a portare avanti una visione del cantautorato che, dirò, se si evolvesse in questa direzione non mi dispiacerebbe affatto.

Nuove Uscite: Marzo


France MichelinStato Di Natura -> https://amzn.to/38y9Hgp


Led Zeppelin: Jimmy Page At The Royal Albert 1970 -> https://amzn.to/3cBdSex





Brian Blade: Bryan Blade Fellowship -> https://amzn.to/2TM8pZN





Carla Geneve: Carla Geneve -> https://amzn.to/3ayRL6K

Gena Rose Bruce: Can't Make You Love Me -> https://amzn.to/2TKbtpf

The Garden: Kiss My Super Bowl Ring -> https://amzn.to/331rnzH

Monnone Alone: Summer Of The Mosquito -> https://amzn.to/2VR2ZPM

Wind Atlas: Arche-Fossil -> https://amzn.to/333ccX4

Blutbad: Alcohodyssey -> https://amzn.to/39xO01d

Sycomore: Bloodstone -> https://amzn.to/2v1100k

Uncommon Evolution: Algid -> https://amzn.to/2xegIpC

The Destroying Laser: Oracle ->  https://amzn.to/38t2GgZ

Ruinas: Ikonoklasta -> https://amzn.to/2VSZqIR

Leonardo Radicchi: Songs For People -> https://amzn.to/2wAEmwg

Africa Unite & Archi: In Tempo Reale - Live -> https://amzn.to/2IuOsBG

Obehi Chris: Obehi -> https://amzn.to/2TwZ0Gx

Roberto Cecchetto: Humanity -> https://amzn.to/2TvIfvl

Matthew Tavares & Leland Whitty: Visions -> https://amzn.to/2v0ZMSL

The Star Beams: Play Disco Specials -> https://amzn.to/3cATHO5

Nitro: Garbage -> https://amzn.to/32XQWBX

Pearl Jam: Gigatron -> https://amzn.to/2IuQDoQ

Lady Gaga: Chromatica -> https://amzn.to/2Iv0aMo

The Weekend: After Hours -> https://amzn.to/2VPRbxn

Roy GallagherCheck Shirt Wizard Live In '77 -> https://amzn.to/2IpeohU

The Strokes: The New Abnormal -> https://amzn.to/2xjVKpw