Jazz: da dove iniziare, alla mia maniera




Poco più di anno fa mi resi conto di aver finalmente trovato la voglia per colmare una grossa lacuna personale: il jazz. Uno dei generi più antichi, tra quelli ancora commercialmente rilevanti ai giorni nostri, nonchè dei più importanti e "colti" e dalle maggiori derivazioni in assoluto.
Il mio approccio è stato parecchio spontaneo e semplice a dirla tutta: aprivo youtube, mettevo sù tutto ciò che mi passava sotto mano e la ascoltavo mentre facevo altro. Ogni volta che qualcosa, qualsiasi cosa, mi colpiva, stoppavo tutto e mi segnavo artista e titolo dell' album. Da questo primo esperimento sono poi arrivato a cercare da Matrix, tra i suoi  suoi CD in offerta, qualcosa con la copertina interessante, provando ad indovinarne il leitmotiv.

Dopo un anno o più passato a fare questi piccoli esperimenti e slanci musicali voglio quindi provare a dare dei suggerimenti a chiunque voglia approcciarsi al genere non conoscendolo minimamente. Tenete presente che la seguente è una lista senza alcun ordine di preferenza, contiene un sacco di mancanze importanti, non corrisponde alla mia visione di quelli che sono i migliori album del genere e non vi darò alcuna spiegazione per le scelte fatte.
E quindi LEEEEEEEEEEET'S GOOOOO:

Reperti: Comaneci - Volcano (Album)


Questa volta la storia è breve: entro in negozio, sfoglio i CD, ne vedo uno con la copertina super pucciosa e, ad un euro, lo compro..
Salgo in macchina, lo metto su, ne apprezzo la calma ed il mood generale, arrivo a casa, lo copio sul PC e lo ripongo nella colonna infame dimenticandomene per un numero imprecisato di mesi.
Inaugurando questa rubrica e dovendo fare un po' di numero ho ripassato tutti i miei acquisti passati ed è ricicciato fuori all'improvviso.
Lo faccio girare un po' e ne vengo catturato immediatamente.

Non so perchè,  probabilmente la qualità migliore rispetto alle casse della C1, forse ero semplicemente più concentrato rispetto ad un ascolto tra analfabeti funzionali che non sanno prendere le rotonde, fatto sta che mi innamoro di tutto.
Dalla copertina martorizzata dal tempo fino ad ogni dettaglio sonoro, tutto è intriso di un'economicità strutturale che rivela però un ottimo impianto emotivo, capace di accompagnare  la vita quotidiana tanto quanto cullarci nel torpore di un viaggio, immersi nei nostri pensieri e riflessioni.
Andrea Carella, Francesca Amati e Jenny Burnazzi  questi i "Comaneci", trio  di scrittori da cui nascono le canzoni, sicuramente persone molto legate fra loro,essi stessi specchio della musica che propongono.
Melodie leggere, intime, grevi, bucoliche e cangianti riescono a coprire perfettamente ogni situazione e a guadagnare significati diversi a seconda dei momenti. Chitarra e violoncello sono il cardine su cui tutta la struttura sia ritmica che melodica si basa; sempre improntati a stendersi a tappeto senza mai sopraffare la voce, se non nei rarissimi momenti in cui volutamente viene posto un accento su parti di rilevante interesse in cui riportano alta la concentrazione dell'ascoltatore. Uno strappo a questa regola viene fatto nell'intro di "You're Liars" dove il violoncello, in modo totalmente sgraziato, irrompe nella scena, slegandosi dal contesto e dal suo essere strumento musicale per diventare un personaggio a se stante, distaccato dalla linea principale ed agendo come impersonificazione della menzogna stessa analizzata nel testo, sapientemente enfatizzato da un ritmo incalzante nei versi antecedenti all'accusa del ritornello, viceversa molto pacata e passivo aggressiva.
Adoro poi "Houesmate", davvero perfetta nell'impostazione vocale e con un ritmo incalzante, che corre per fermarsi improvvisamente, riprendere fiato e ricominciare la corsa da dove si era fermata, incattivendosi nel finale con scoccate di violino e battiti di chitarra.
La mia preferita rimarrà però sicuramente "One Night", dove un delicato romanticismo viene narrato da un cantato estremamente preciso e pulito, per nulla trascinato come in altre canzoni, va ad unirsi a questo la chitarra che, dapprima solo acustica, viene accompagnata e poi superata da una elettrica sporca, a voler forse sottolineare lo sviluppo sempre più cinico delle storia con l' avanzare del racconto.
I suoni poi sono ottimi, il fatto che spesso in scena ci siano non più di due strumenti oltre la voce ha fatto si che in studio si potesse lavorare in comodità seguendo ogni singolo aspetto in ogni traccia lasciando una spazialità, una dinamica, una qualità generale nel mixaggio che fanno invidia a produzioni incredibilmente più costose.
Il packaging poi è finalmente qualcosa di differente perchè, a fronte della solita sottiletta in cartone, troviamo anche una bellissima confenzione in tessuto cucita a mano con sul fronte una toppa con la forma dei piccoli esserini disegnati in copertina. Sicuramente un ulteriore tocco personale che rinforza la pudica idea di intimità che trasmette tutto il lavoro.
Quando ci si trova davanti a un'opera del genere la sola cosa da fare è, e sarà sempre, star zitti, spegnere la luce e lasciarsi trasportare dalle emozioni senza stare a studiare quello che viene fatto, lasciar parlare il cuore e comunicare con la sola semplicità che questa musica di radici rurali può trasmettere.


Reperti: Contigo - Un Altro Posto (Album)


REPERTI.
Quello che ho qui oggi, ragazzi miei, è davvero un reperto storico della Granda; figlio di quella sommessa voglia di staccarsi dalla realtà provinciale, musicale e non, per aver un più ampio respiro. Non a caso, infatti, queste considerazioni trovano conferma nel titolo "Un Altro Posto", ideologico e geografico, a cui tendere ed in  genuinamente cui sperare.
Essendo secondo me il contesto in cui certi dischi vengono scovati la parte più importante dell' articolo, vi racconto una la bella storiella di una domenica pomeriggio passata tra la pioggia  e la puzza di muffa in macchina.
Avendo avuto finalmente quella ventina di euro da poter spendere e ricordandomi che il Mercatino di Savigliano è uno di quelli meno frequentati della provincia, domenica scorsa abbandono la famiglia e sfido i flutti cumulonembici. Arrivo contro ogni aspettativa a Savigliano alle 2:30 per ricordarmi solo troppo tardi che il negozio apre alle 3:30; sono però davanti al cancello, giacca tirata sul capo, e ho ancora un' ora davanti. Grazie a Dio giusto dall'altra parte della strada c'è il Mercatò e, almeno, potrei sfruttare i loro climatizzatori. Attraverso la strada e mi fiondo alla porta e ,ovviamente, la trovo chiusa, perchè non essendo il classico supermercato non fanno orario continuato, apertura alle 3. Per lo meno solo mezz'ora al freddo è già tutto di guadagnato. Aspetto come un povero mendicante davanti alla porta e quando finalmente apre mi butto dentro a cercare per lo meno un po' di calore e poi ritrovarmi  a meditare sul fatto che tra un po' è natale, non ho una lira, ed una nipote piuttosto esigente; prendo una Monster ed esco dopo mezz'ora. Ancora piove, mi tiro la giacca sulla testa e corro già sapendo che il cancello del Mercatino sarebbe stato ancora chiuso, perchè si sa che la puntualità non è mai stata contemplata in certi posti, però dai, che vuoi che siano 10 minuti di attesa?
Fossero stati dieci... sono stato a contare le gocce in macchina fino alle 4 facendo capolino ogni tanto sperando in qualche novità ma nulla e, onestamente, mi stavo anche rompendo di sta cosa. Vado così a fare un giro all'Elecler lì vicino , dato anche che mezzo litro di Monster la natura la chiama tutta e avevo bisogno urgentemente di un cambio d'olio. Long story short, alle 4.30 torno per dargli l' ultima possibilità e, miracolo, lo trovo aperto. Eccoci quindi dentro, non ho molto da dire su questo negozio in realtà, è forse il più basico tra tutti, ha giusto un porta cd verticale con qualche album buttato lì a volte senza copertina  volte no, uno scatolone con dei 78 giri, un po' di dischi in pessime condizioni e poi libri, soprammobili, vecchi TV e  la solita roba che la gente non vuole tenere a casa. Passo così in rassegna il porta CD e trovo roba interessante: "You've Come A Long Way, Baby" di Fat Boy Slim, le colonne sonore di "The Beach", dell primo"Pirati Dei Caraibi" e del primo "Le Cronache di Narnia", per il reparto vinilifico invece ho scovato un buonissimo "Wha'ppen?" dei "The Beat" ed un, beh, interessante(?) "Profumo Di Blues" di Paula Rose.
Non mi resta che dividere le acque come Mosè  e tornare a casa.

Dopo questo leggero preambolo passiamo a parlare del disco in sè. La copertina ed in generale tutta la grafica non è che sia granchè, classica economicità invecchiata male, con questo sfondo blu marmo a ricordare i bei tempi di windows 98.
Già dal titolo, come preannunciato nella premessa, si capisce come questo lavoro voglia colpire un vasto pubblico e avere una risonanza slegata da una nicchia specifica, che possa trovare consensi in più di un genere senza però legarsi a nulla fino in fondo. Sono chiare da subito le derivazioni funky come quelle rock, dalla impostazione vocale chiaramente ispirata da Danilo dei "nuovi" Nomadi ,(ri)nati proprio in quegli anni,. Alla chitarra a volte sommessa a volte no, ma sempre movimentata, si introduce anche un sentore di pop commerciale britannico e, perchè no, anche più di uno spunto di italo dance anni '90, come insegnato da Gigi D'agostino, Eifelle 65, Gabry Ponte e compagnia bella.
Gli amanti del basso, inteso sia come strumento melodico che ritmico, sicuramente rimarranno contenti dalle linee presenti in questo album, messe in risalto nel mix sia quando serve che quando se ne potrebbe fare a meno.  Nei suoi giri più interessanti è bello farsi trasportare dalle frequenza del woofer ma, nei ritornelli o nelle parti più tranquille, quando questi accompagnamenti diventano semplicemente la tenuta di tonica, diventa un protagonista un po' fastidioso.
La caparbietà nel mischiare gli stili gli sfugge di mano solo poche volte, sicuramente nella seconda canzone, "Formalità" dove passiamo da una commistione di rock/funky con qualche stacco prog molto leggero nel precedente "Innaturale", ad un canzone dance dai richiami anni 80 quasi da sigla per cartone animato, cassa spinta e costante, basso quasi sullo stesso livello della voce e chitarra funky nella cassa destra, onestamente sto pezzo proprio non l'ho capito.Ovviamente non mancano i lenti, piuttosto ben studiati e ballabili anche loro, con giri armonici che cercano continuamente delle chiusure protratte  fino a versarsi sulle rive più "power" dei ritornelli; una struttura certo consolidata, funzionale , quasi classica che però, nel complesso,  tende ad esser ridondantemente ultra utilizzata. Una menzione d'onore va sicuramente fatta al pezzo "Dove Si Va" che per molti potrebbe forse essere l' anello debole, perchè davvero ripetitivo, ma che mi ha preso per come riesce a creare salite e discese sia ritmiche che melodiche con una assoluta naturalezza, qualcosa di molto difficile.
Tecnicamente questi ragazzi sono incredibili, penso provengano tutti da situazioni formative piuttosto serie, precisi nei tempi, anche i più difficili, ottimi negli arrangiamenti che, grazie proprio alla sperimentazione e alla commistione di generi, riescono a non risultare mai banali, proponendo ogni volta una formula diversa senza (quasi) mai uscire dal tracciato impostatosi.. Convincente così anche la parte vocale, capace di muoversi e creare scale senza difficoltà, talvolta, poi, aiutata da una voce femminile per cori o per sezioni intere.
Un lavoro del genere, che punta alla fusion, ma anche al rock, al pop, alla dance e riesce a creare comunque un sound funzionale ed emblematico spicca sicuramente in un panorama musicale come il nostro. Un ascolto leggero che nasconde in seno una buona complessità capace di piacere all'ascoltatore casuale ma anche interessare a chi non si  accontenta della "solita roba" derivativa e risentita.
A quanto mi risulta questo è l'unica uscita fatta ed invito chiunque a procurarsene una copia, qualora la si trovi. Mi piacerebbe anche poter caricare, con il consenso degli artisti,  l'album su youtube e, non sapendo come contattarli, vi chiedo se qualcuno possa riuscire a darmi una mano in tal senso.
Un prodotto del genere non ha avuto successo ai tempi probabilmente perchè cercava di tendere ad un mercato esterno a quello della provincetta, trovandosi però imprigionati sia inizialmente da radici musicali ninety e in secondariamente dalla provincia stessa , da sempre incapace di promuovere adeguatamente ogni forma di iniziativa culturale lontana dal mainstream di discoinferni straripieni di paganti annoiati dalla ripetitività lavorativa settimanale.

Mercatino musicale @ QI centro aggregativo, Cuneo

br /> 20 e 21 dicembre.
Corso Vittorio Emanuele II 33, Cuneo