Wild Wild East: Kazka - Karma


Kazka Band Karma
La band
In qualche modo dovrò pur ringraziare la discovery weekly di Spotify. Non so come mai, pazzia algoritmica forse o semplice deficienza artificiale, ma non capita quasi mai che tra le canzoni che mi propone non c'è mai nulla di interessante o anche solo del tutto sconosciuto.
Per questo, quando un giorno a lavoro mi capita dritto nelle orecchie "KARMA" l'epifania è stata istantanea.
Stoppo tutto, corro al cellulare e mi salvo tra i preferiti la traccia, tanto non avendolo mai fatto sarebbe stato facile recuperarla in seguito. Ecco così che alle 6 di sera corro in camera e apro spotify, scoprendo che questa canzone particolare era di una band chiamata "KAZKA", e che band signori!
Partiti da X-Factor Ucraina, si fanno subito notare a livello nazionale, assaltano il mercato dell'est europa per poi puntare direttamente all'Eurovision, occasione che si presenta nel 2019 per purtroppo sfuggirgli sotto gli occhi a seguito del ritiro dell' Ucraina dal festival.
Uno dei rari casi in cui la fama è anche merito della bravura, quindi, e qui di bravura ce n'è.
L'album, rilasciato nel 2018 dalla Mema Music, non è mai stato distribuito al di fuori dell'ucraina se non in formato digitale. Devo ammettere che farmi spedire dischi dall'Ucraina non è il mio passatempo preferito ma alla fine con solo 16 euro sono riuscito ad averne una copia.
Partiamo col dire che buona parte del fascino deriva, per quanto mi riguarda, dall'uso di scale tipiche della musica folk est europea, lontane dai miei abituali ascolti ma forse addirittura commerciali per certe culture musicali lontane dalla mia. Elettro house si mischia al pop e trova nella voce della cantante, Oleksandra Zaritska, la sua forma fnale. La profondità timbrica del cantato richiama sonorità forse più classiche e jazz catturando l'ascoltatore e trascinandolo sempre più verso queste composizioni lente, sinuose e vellutate ma capaci di catturare chiunque, anche il più duro tra i critici. Tutta questa naturalezza è sicuramente sinonimo di un tocco davvero leggero, lo studio fatto sui pezzi si nota che è stato intenso e strutturato, non c'è spazio per i soliti clichè della musica commerciale. I tempi sono piuttosto dilatati, con bridge lunghi e ritornelli memorabili ma non per questo abusati fino allo sfinimento. Dove poi l' accompagnamento elettronico, che spesso e volentieri scalza addirittura la voce per diventare esso stessi il protagonista, non basta ,ci pensano ad entrare in scena diversi strumenti sia etnici che più classici. Si sente in lontananza un ney ma non solo, un duduk fa forse la sua timida comparsa spalleggiato da una balalaica, perchè no, forse anche gadulka compare in qualche angolo. Vecchio e nuovo si fondono quindi in un unione mai scontata o stucchevole, commerciale il giusto per trovare una larga approvazione nella musica "leggera" mainstream ma anche tra i più navigati ed esigenti.
Forse qualche passo falso però c'è ma sono veramente poca cosa, due canzoni quali (titoli internazionali) "NOBODY" e "BY MYSELF" presentano una scrittura sotto la media del disco e, soprattutto in "NOBODY" certi stacchi acustici di violino quasi mi infastidiscono però ripeto, davvero qualcosa di minimo paragonato a tutto il gran lavoro che troviamo altrimenti.
Ancora una volta vengo rapito da qualcosa di,per me, inusuale, essendo che ascolto davvero poca house, poco pop, poca elettronica  in generale, eppure l'est europa colpisce e colpisce duro, come era successo con i Dubioza Kolektiv.
Che mi stia pian piano disinnamorando della musica occidentale, quindi?  La musica è cultura e la cultura si sa che è influenzata da tutto. Questi paesi hanno avuto un passato tremendamente diverso dal nostro nonostante la lontananza geografica non sia poi così estrema. Da parte nostra siamo sempre più vicini ad un modello socio-economico americano e lo si capisce anche dalla musica, fin troppo legata a degli standard ormai insinuatisi nell'io di tutti, dall'artista al fruitore, per cui è chiaro che da dei paesi legati alla seconda egemonia mondiale, la Russia, possano sfornare finalmente qualcosa di diverso ed originale che però sarà purtroppo quasi sempre limitata ad una distribuzione extra-europea e per noi quasi irraggiungibile, se non per misericordiosi privati che si ostinano a farti pagare caro quello che non puoi avere.
Consigliato, quindi, il debutto di questi tre ragazzi ucraini, ottimo trampolino che li ha già proiettati tra i grandi nomi in patria.
A dicembre è uscito anche il loro secondo lavoro, al primo ascolto mi è parso minore rispetto al predecessore ma ripeto, è solo un primo ascolto, chi lo sa che appena riuscirò a soffermarmi un po' anche su di lui non cambi idea.
Fatemi un favore, andate su spotify e recuperate tutte le loro uscite, evitando il più possibile remix e versioni tradotte, poi tornate qui e ditemi cosa ne pensate.
Per oggi è tutto, alla prossima.


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