Caltiki- Amazzoni Il troppo stroppia. Ogni tanto le influenze rendono speciale un lavoro dandogli quelle sfumature capaci di elevarlo dal mucchio. Tutte le altre volte semplicemente mischiano le carte in tavola, confondendo quelle che vorrebbero essere le vere intenzioni della band . È questo il caso per i "Caltiki", trio garage rock nato a Roma nel 2017, che, alle prese questa volta con "Amazzonia" e, tentando di restituire un risultato più articolato del dovuto, spezzano spesso gli equilibri per poi cadere nello stesso errore in cui caddero i "Soviet Order Zero" qualche tempo fa. Pop? R 'n' R? Indie? Surf? Psych? Scegliete da che parte stare, non riuscendo a farlo io per primo mi affido a voi. ![]() | Corde Oblique- The Moon Is A Dry Bone Un ascolto basta per capire molte cose e questa volta sono tutte buone. Un album che scorre come l'acqua, si plasma a seconda della necessità, diventando torbida e docile senza pensarci sù, rinfrescandoci ad ogni ascolto tra suggestioni, richiami lontani e passaggi heavy. Un album cangiante, capace di essere sempre imprevedibile nella forma come nella sostanza, con testi italiani ed inglesi, voci maschili e femminili, strumenti elettrici ed acustici che si fanno spazio in composizioni ora più legate al classico della chanson o della canzone genovese ed ora a passi post-rock, senza mai mancare di naturalezza o perdere di coerenza. Aggiunti alla mia playlist Spotify prima di subito. ![]() Link utili: STREAMING: https://soundcloud.com/riccardo-corde-oblique-prencipe/sets/corde-oblique-the-moon-is-a-2/s-a3Z4t CD: https://cordeoblique.bandcamp.com/album/the-moon-is-a-dry-bone-digipack-edition | Black Tail- You Can Dream It In Reverse Ripetita iuvant, a volte. Dopo una partenza coi fiocchi il ritorno sulle stesse strutture, e bene o male sugli stessi intervalli, spiana il risultato finale di quello che sarebbe potenzialmente un buon album per chi ama atmosfere intime e oscure, sporche ma definite, di quei ricordi dream pop virate verso una rotta più scura, autunnale e fredda. Un album che riesce in un qualche modo a scaldarti grazie a quel suo freddo così profondo da bruciare. La formula nonostante ciò fatica ad evolversi. Dopo la prima canzone abbiamo già un leggero calo qualitativo che, dalla quarta traccia in poi, diventa poi un'amalgama musicalmente poco consistente, andando a spianare a livello percettivo anche tutti quelli che dovrebbero essere gli accenti delle canzoni sommergendo così ogni trovata interessante, finendo per restituire un impatto generalmente poco coinvolgente. Link utili: |
Il titolo dell'album è finalmente la sintesi perfetta di quanto ivi contenuto. Un guitar work non da poco basato sulla sovrapposizione di più chitarre che, su diversi strati, riescono ad accompagnare gradevolmente monologhi interiori del musicista-cantautore Roberto Casanovi. Esuli da ogni logica ed abbandonati ad una sorta di flusso di coscienza, i testi spesso perdono la loro struttura principale riducendosi a frasi talvolta criptiche e difficili da comprendere dall'esterno. Ecco come questa continua introspezione sfocia a volte in una sequela di frasi un po' troppo dai sapori Tumblr, intervallate però da originali metafore in cui tutti, bene o male, potremmo rispecchiarci. Un lungo interloquire, quindi, dove anche il continuo strusciare delle dita sulle corde diventa protagonista di un discorso interiore a cui possiamo solo far da spettatori. ![]() Link Utili: | Wellorn Banana- Anytime Finalmente un disco che mi mette in difficoltà per quanto buono. Terminata la intro "P." che ha quell incosciente sapore di già sentito, dalla seconda traccia il discorso si espande, mostrando un abilità nel trasmettere un certo tipo di graffiante amarezza indie dell'alt rock più intimo. Lo fa attraverso uno shoegaze lento, ricorsivo, che si realizza grazie alla ripetizione continua di schemi come modello di perfezionamento finale. C'è qualcosa, in tutto questo, che rende la continua ridondanza delle stesse frasi confortevole, una sorta di inconsapevole richiamo che in qualche modo attira a sè l'ascoltatore, lasciato in balia di chitarre sature, voci lontane, echi di un lo-fi d altri tempi. Un ritorno al passato, insomma, a quando l'indie non trovava spazio nelle playlist Spotify, quando era lo-fi perchè mancavano i mezzi ma la spinta espressiva era tanta e a quando poco era stato detto. Sonorità sempre più rare da trovare, produzione acida, graffiantemente, indefinita, ed un fascino inconscio portato avanti da riff ossessivi., ecco perchè voglio suggerirvi "Anytime", esordio del neonato progetto "Wellorn Banana". Link utili: STREAMING: https://soundcloud.com/user-631461977/sets/wellworn-banana-anytime-2020/s-xqBFo CD: https://ladysometimes.bandcamp.com/album/album-wellworn-banana-anytime | In Vertigo - Sex, Love and Chaos
Quando il genere a cui ti approcci, che ascolti da anni e che conosci come il palmo della tua mano, è tra i più inflazionati di sempre, l'unico modo per poter emergere con la propria musica è quello di far trasparire tutta la fatica, tutto l'ardore e la convinzione imprimendolo nota per nota insieme a tutto quello in cui si crede. Un EP di debutto notevole, onesto, che, ben sapendo che ormai tutto è stato detto, non prova a farsi sentire diverso dagli altri ma pensa al suo, impegnato profondamente ad essere diretto e sincero, senza fronzoli inutili e troppi spunti presi qua e là dalle migliaia di altre band che negli anni si sono susseguite . "...We want to be the soundtrack to your sex life, social life, your highs, your lows..." così la band presenta al pubblico il suo lavoro e per una volta mi trova totalmente d'accordo. Seppur la seconda traccia potrebbe essere troppo prolissa lo scorrere di questi quattro prezzi è incessante, puro hard 'n' heavy degno dell'epoca d'oro ed un ottimo biglietto da visita per questi giovani canadesi. Link utili: ACQUISTA: http://smarturl.it/SexLoveChaos |
From The Depth - Spread Your Fire Per certi album devo per forza discostarmi dai miei ideali e dalle mie necessità di avere tra le mani qualcosa il più possibile lontano dal classico nella sua accezione più conservatrice. È qui che il nodo arriva al pettine. Quanto abbiamo davanti è un esempio di puro power metal, solido ed inamovibile, pesante e puro . Un macinio di album che trova proprio nella sua pesantezza il meglio di sè. Non ci sono mezze misure, se il power metal lo trovate esagerato, se l'unico esempio che avete avuto sono stati i Dragon Force e quindi già partite con il piede sbagliato,allora odierete ogni singolo minuto di questo ascolto, d'altro canto, se questa approccio più classico al genere è quello che state cercando allora avrete tra le mani un lavoro dalla solidità invidiabile e dal tiro ottimo, che lascia scorrere canzoni ampliamente più lunghe dei 4 minuti canonici. Non manca l'epica, tra voci che si uniscono alle chitarre, riff rigonfi e stabili, che tralasciano la velocità per puntare alla compattezza. Un masso, questo è il miglior accostamento che mi viene da fare. Se state sull'attenti per questo tipo di sonorità allora vi travolgerà e vi trascinerà con se, ma se non ne avete confidenza o volete quel "qualcosa in più" allora non riuscirete a muoverlo di un centimetro, troppo pesante per continuare a sforzarsi inutilmente. I ragazzi poi sono italiani e, vista la difficoltà di portare avanti questo tipo di discorso in italia, dovrebbero essere supportati a priori, per far si che non muoia tutto nel nulla, ora che la fiamma si sta lentamente spegnendo. ![]() Link utili: SPREAD YOUR LIFE - SINGOLO: https://www.youtube.com/watch?v=1aVYjrfgRfw PREORDINA IL CD: https://shop.rockshots.eu/en/home/1735-from-the-depth-moments.html | | Pile Of Priest - Pile Of Priest Come dev'essere il death metal scondo voi? Se la risposta è "brutale" allora potreste trovarvi in disaccordo con i "Pile Of Priest", ma la realtà dei fatti è che questo nuovo album omonimo è più che interessante. Chi mastica musica estrema sa com è difficile risaltare la cattiveria di certe sonoritàbsp; quando l intento di mettersi alla prova si farà sentire. I gruppi di riferimento sono palesi e si sentono tutti, dai "Pantera" agli "Iron Maiden","Lamb Of God" e "At The Gate". Death metal misto a groove e speed con qualche punta di djent quindi, qualcosa che si fatica a mettere insieme ma il cui risultato funziona, molto. Ogni elemento è ben dosato all'interno della narrazione dell'album stesso, portando a casa senza fatica ottimi risultati anche con canzoni molto lunghe, da 5, 6 o anche 8 minuti buoni, che, considerato il genere e la mia poca sopportazione delle lungaggini, è quantomeno sorprendente. Lasciate da parte quindi ogni preconcetto e date una possibilità a questi progressisti del death metal. Link Utili: |
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Graffi Musicali è un piccolo blog indipendente con il solo obbiettivo di dare le proprie opinioni, libere e non seriose, sul panorama musicale. Per amanti della musica, ma non solo.
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